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6
Mar

Intervista a Benedetto Motisi : Seotraining 2012

Parliamo con Benedetto Motisi (conosciuto anche come seoJedi ) e tra gli altri organizzatore del Seotraining 2012 che si terrà a Roma il 27 Aprile.

D : Ha ancora senso un corso SEO nel 2012? (Visto che dicono che la Seo è morta )

Benedetto: Se avessi un backlink ogni volta che qualcuno ha annunciato la fine dell’ottimizzazione sui motori di ricerca… Certo che ha senso

Mai come quest’anno è tornato prepotentemente un vecchio assioma del settore: “La SEO non esiste più, la SEO morirà”. Le motivazioni?
La stretta correlazione fra l’ottimizzazione sui motori di ricerca e la spinta dai social network ai risultati organici; e le SERP post-Google Panda.

Se vuoi “stare in alto” su Google una qualche metodologia la dovrai pur imparare: e non parlo semplicemente di ottimizzare il codice del tuo sito. Per quello, insieme ad Adriano De Arcangelis, abbiamo preparato una guida SEO gratis perennemente aggiornata.

Partecipare a un corso SEO vuol dire in primo luogo, IMHO, confrontarsi con altri esperti del settore (atteggiamento solitamente estraneo alla mentalità italiana).

E se sei di quelli che pensano che basta la pratica per imparare, mi trovi d’accordo. Ma questa consiste anche nella collaborazione, o almeno così ho sempre inteso il SEO Training. Insomma, studiare le pratiche (case histories) di altri SEO non può che farci bene 😉

E’ un training per tutti, relatori e partecipanti. Non ci sono docenti se non l’esperienza collettiva.

Per quanto riguarda la temporalità della domanda: boia! Mai prima d’ora è utile partecipare a un workshop SEO. Proprio perché ci sono belle novità è necessario un brainstorming.

D : Al corso SEO Training interverrai anche tu?

Benedetto: Si, con un caso studio sul contest “bellimbusto” che abbiamo fatto partire qualche mese fa e che tutt’ora rappresenta una palestra SEO dove pompare i propri bicipiti da scrivania.

Finora mi sembra una buona cartina tornasole della situazione SEO in Italia, mica poco! Sono questi i motivi che spingono a partecipare a un workshop SEO: confronto, confronto, confronto.

Per la cronaca, durante l’intervento sarò spalleggiato dal buon Markiyan Yurynets 😉

D : A proposito, come vedi la situazione SEO in Italia?
Benedetto: IMHO è un po’ come un arcipelago, ma è meglio così. Mi spiego meglio: venendo da esperienze editoriali più irrigidimentate, la caotica vitalità (sempre alla ricca faccia di chi dice che è morta) della SEO italiana mi fa capire quanto la domanda c’è e sia parzialmente soddisfatta da un’offerta assai variegata.

Si, a volte fin troppo variegata, ma è il bello del libero mercato. C’è veramente di tutto, dall’inventato all’inventore di nuove strategie seppur in un contesto molto più ristretto se messo al confronto di quello d’Oltreoceano.

Questa è una cosa che non ho mai capito ad esempio: perché guardare con tanto accanimento a ciò che accade negli USA? Sono un mercato assai più evoluto del nostro. Non è andare contro l’esterofilia (chissene) ma proprio un discorso funzionale.

Per questo intendo il SEO Training come un momento di scambio di conoscenze. Perché serve, è inutile rivomitarci e rivomitare addosso ai clienti dati e cifre di altri mercati. Li puoi buggerare fino a un certo punto, poi è ridicolo fare il re di Mountain View con l’albergatore di Orvieto.

Un momento, un workshop SEO che presenta casi studio italiani, è molto più performante.

D : Che ne pensi dell’esplosione social italiana in ottica SEO allora?
Benedetto: Che anche qua andrebbero fatti i dovuti distinguo. La massa attiva degli utenti è su Facebook, per motivi principalmente di svago ma lo stesso accade su Twitter, che noi “geek” viviamo più in maniera snob.

Salvo usarlo da veri spammatori se è per lavoro: ma questo non è Social Media Optimization, l’altro leit-motiv del SEO Training di quest’anno.

Realisticamente, abbiamo fra le mani strumenti potentissimi per conoscere vita e gusti di gran parte della popolazione, si diciamo proprio popolazione nel caso di FB, italiana. E se questo accade anche a livello globale, è normale che Google abbia mire “social”.

Per i SEO si tratta di acquisire nuove competenze, al di là delle perplessità (giuste) che vedono cambiare la logica di posizionamento: più risultati condivisi dai contatti sui social, che Link Building vecchio stampo.

La cartina tornasole, come in altri settori, è sempre il “mercato nero”: se prima si vendevano etti di backlink, e ora si vendono chili di “like” e “+1”, ci sarà anche il margine per lavorare White, per lavorare pulito da SEO.

D : Quindi, possiamo concludere dicendo “La SEO è ancora viva?

E vegeta, anche nel senso Super Saiyan del termine. Si aggiungeranno nuove competenze, ci si dovrà aggiornare e confrontare sempre più (dimmi poi come fa a non essere utile un workshop SEO !).

Tutto il resto è “masturbazione terminologica”. Noi avremo a che fare sempre con il dover portare il risultato al cliente, al di là del posizionamento in quanto tale.

Se poi si chiamerà SEO, o inbound marketing, come ha predetto Rand Fishkin all’inizio di quet’anno, poco importa.

D’altronde, gli Iron Maiden sono precisamente New Wave of British Heavy Metal, eppure non mi pare ci sia tanta fiscalità se li definisci “Metal” e basta.

Un saluto e un ringraziamento a Benedetto Motisi per l’intervista e ci vediamo al Seotraining 2012 dove tra gli altri ci sono anche Francesco Gavello e Giuliano Ambrosio, non mancate  !

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